L'ARTISTA
Valcarlo Drensi è nato a Roma nel 1953; si forma artisticamente presso il maestro salentino Raffaele Giurgola, direttore della Scuola d’Arte “Giuseppe Pellegrino” di Lecce, dal quale viene influenzato fortemente, ereditandone i caratteri figurativo-impressionisti, successivamente rielaborati.
Assiduo frequentatore della Forum Interart di Mario Luglio Conti, prende parte a numerosi eventi artistici da essa organizzati. Gli anni ’90 sono caratterizzati dalla collaborazione con la galleria “Spazio Visivo” di Roma e da molteplici partecipazioni ad eventi nazionali ed internazionali; nel ’92 espone presso la Galleria Munch di Amsterdam e alla Ensen Gallery di Dresda; dal ’94 al ’96 prende parte alle manifestazioni artistiche del Festival dei Due Mondi di Spoleto; mentre la fine di questo decennio lo vede partecipare all’Art Expo di Roma e a manifestazioni artistiche organizzate presso la Fondazione Jensen di Amsterdam e la Fundarte di Caracas.
Recentemente ha ricevuto numerose menzioni speciali e riconoscimenti in Italia (Premio d’Arte Contemporanea “I Grifoni” del 2005 e del 2007) e all’estero (Spagna e Argentina principalmente) ed è stato selezionale per la pubblicazione nel catalogo Maestri – Selezione d’Arte Contemporanea con prefazione del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Nel Giugno 2006 aderisce al Movimento Artistico e Culturale dell’Affabulazione Italiana del quale partecipa ai numerosi eventi artistici, tra cui l’esposizione internazionale tenutasi a Roma presso l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto nel Dicembre 2006 (Affabulanti e non solo..) e l’esposizione tenutasi con il patrocinio del Comune di Caserta nell’Aprile 2007, “Il Fascino In…Discreto della Fantasia”.
Tra le più recenti collettive “ODIERNA-Sons of Contemporary” presso il Complesso Monumenatle della Bocca della Verità, “Frammenti di storie tra la storia” presso il Museo Storico della Fanteria di Roma, entrambe svoltesi con il patrocinio di Roma Capitale, “Romart – Biennale Internazionale di arte e cultura” presso gli spazi della Fiera di Roma e patrocinata da Roma Capitale e Regione Lazio, e “PRO BIENNALE” presso le sale di Palazzo Giustinian Faccanon di Venezia, evento con la partecipazione del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
“La comunicazione visiva si espleta attraverso la traduzione – trascrizione della realtà visibile in emozionalità percepibile ,attraverso una rarefazione progressiva della forma leggibile, parziale (Formale) o sempre più estrema (Informale), purché sempre sottintesa (Manifesto Sintetico del Mataformale). É da questo principio che nasce il Metaformale, corrente artistica di cui Valcarlo Drensi è capostipite, icona, che ha fatto della forma/non forma il suo marchio di fabbrica. Partendo da un realismo di base, Drensi decostruisce l’immagine scomponendola attraverso masse di colore e luce, astraendola dal contesto e posizionandola su sfondi omogenei, non riconoscibili, creando in questo modo una sospensione della scena rappresentata, andando ad amplificare quel senso di isolamento temporale che lo caratterizza. I movimenti sono fluidi, la pennellata mossa ed impetuosa, sia essa su cartoncino o su tela; le anatomie sembrano animarsi sulla superficie pur cristallizzandosi nel loro agire. L’uso dell’oro rende queste nuove icone preziose, ne sacralizza i contenuti profani e, mitizzandole, le rende immortali nel tempo.”
Segni d’Arte Aprile 2010
“Dare di questo artista una netta classificazione è cosa assai difficile; le opere di Valcarlo Drensi sfuggono ad ogni definizione essendo esse stesse dichiaratamente frutto di numerose influenze, che convogliando su un’unica superficie, creano sempre nuove modalità espressive. Sulle sue tele, dagli sfondi a volte volutamente piatti, si vanno a posizionare attori dal fare scomposto che, animandosi, creano un movimento fluido, scolpito nei volumi dal magistrale uso di luce ed ombra; troviamo figure accennate, sbozzate come fossero sculture ma che, attraverso l’uso di segni veloci dati con grande precisione, emergono da quelle che sembrano quinte di scena dando vita ad un capolavoro teatrale. L’azione, per l’appunto, ha una importanza rilevante, sia a livello pratico per la sua centralità nello spazio, sia per il coinvolgimento emotivo dell’osservatore, fine a cui l’artista aspira focalizzandosi sulle interazioni tra i vari personaggi.La serie “Le notti zingare” è ricca di pathos, di drammaticità ma al contempo anche di gioia come bene si evince in “Flamenco”, di tradizione e, se così si può dire, di superstizione come in “Impara la carta”.Modernità e passato si fondono e convivono nell’opera di questo artista dai mille volti e dalle mille risorse che, nei suoi viaggi da un capo all’altro del mondo, trae ispirazioni dalla sua multiculturalità recuperando la narrazione di memorie ormai scomparse.“
Segni d’Arte Anno XIII Speciale n.1 Giugno 2008
“Protagonista indiscutibile dell’arte di Drensi è la figura umana, ottenuta con rapide pennellate ed indagata nelle mille sfaccettature della vita quotidiana, dalla donna che stira a quella che lava, a gruppi di persone che danzano allegramente o pescatori intenti a tirare la rete. Gli sfondi, solitamente monocromi, non permettono divagazioni spaziali, facendo in modo che l’attenzione dell’osservatore ricada interamente sui personaggi che animano il quadro, che lo popolano in concitati ed allegri gesti. Le opere di Valcarlo Drensi trasmettono una serena gioia di vivere, riescono a condurci lontano dalla frenesia della vita, attirandoci a partecipare a spensierate danze gitane, fino ad abbandonare per qualche minuto la nostra mente dai piccoli e grandi problemi quotidiani.“
Catalogo 403 x Ampasilava, Museo MAGI ‘900, 6-13 Aprile 2008
“Valcarlo (Valerio Carlo Drensi), insolito nome per un insolito artista dei nostri tempi;cittadino del mondo, si sposta con facilità da un capo all’altro del globo portando con sé la sua arte e arricchendo di nuove esperienze il suo bagaglio culturale.Sulle sue tele, dagli sfondi a volte volutamente piatti, si vanno a posizionare attori dal fare scomposto che, animandosi, creano un movimento fluido, scolpito nei volumi dal magistrale uso di luce ed ombra; troviamo figure accennate, sbozzate sulla tela come fossero sculture ma che, attraverso l’uso di segni veloci dati con grande precisione, emergono da quelle che sembrano quinte di scena dando vita ad un capolavoro teatrale. L’azione, per l’appunto, ha una importanza rilevante, sia a livello pratico per la sua centralità nello spazio, sia per il coinvolgimento emotivo dell’osservatore, fine a cui l’artista aspira focalizzandosi sulle interazioni tra i vari personaggi. Potremmo quindi trovare delle “marine animate” che riportano a quelle tradizioni meridionali di sapore verghiano oppure, andando a curiosare tra la nuova produzione, potremmo trovarci catapultati in un ammaliante bistrot parigino o, semplicemente, ritrovarci ad essere parte di piccole quotidianità, narrate dalle sapienti mani di Drensi solo attraverso abiti vuoti, incorporee vesti femminili e maschili che, fluttuando leggeri su delle grucce quasi invisibili, raccontano le loro storie. Arte passionale, senza dubbio, in cui l’artista, ripercorrendo, forse, quello che è stato il suo passato, o quello che avrebbe voluto che fosse, lascia un po’ di sé in ogni opera cristallizzando ogni attimo per renderlo eterno.”
COTT’ART Magazine Anno I n.0 bis – Settembre 2007
https://valcarlodrensi.com/port/
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