L'Apoteosi della fragilità
19/7/2019
di Arianna Di Presa
La parola alta e luminosa di Blaise Pascal ci immerge immediatamente nelle fondazioni esistenziali della fragilità. “L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura, ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo.” L’Apoteosi della fragilità è una condizione disarmante del magma vulcanico, presente nelle opere dell’artista e restauratrice siciliana Fabiola Vizzini.
Il suo magma vulcanico esprime il desiderio di espandere il proprio stato d’animo alla ricerca di esperienze auliche, ma al tempo stesso è rivelatore di insicurezze inconsce che si pongono come una sorta di barriera emozionale prima di ottenere incommensurabili certezze.
Da questa analisi traspare la complessità emotiva dell’anima, la ricerca di conferme insite negli abissi viscerali tipica di un andamento altalenante tra malinconia e verità.
L’Apoteosi della fragilità, dunque, è l’allegoria di un’immedesimazione profonda all’interno di se stessi in un viaggio denso di contraddizioni tempestose. In questo senso, il fine ultimo dell’Arte è contribuire ad avvalorare le silenziose grida provenienti da un senso di solitudine in mezzo alla moltitudine.
Fabiola Vizzini
Nel corso dei suoi anni di carriera artistica Fabiola Vizzini ha potenziato un singolare rapporto organico con l’immagine e con il colore che traspare nelle sue Opere, mentre sperimenta l'opacità, le combinazioni di texture, le finiture e la luce.
La decostruzione del suo soggetto è ricostruita in una cacofonia di colori che trasforma i tratti riconoscibili nei loro elementi di base per evidenziare lo splendore invisibile. Il nero gioca un ruolo centrale nella sua tavolozza usando le sfumature con forza. Fabiola si allontana dal tradizionale dogma della pittura basata sulla rappresentazione e la somiglianza.
Catturare un'essenza più delicata della natura caotica dell'esperienza umana per l’Artista è lo scopo principale.
Il suo interesse primario risiede nel campo della fotografia e della sua sovrapposizione con le più moderne tecniche di arti grafiche digitali.
La sua arte si basa su fotografie elaborate digitalmente che sembrano dipinti.
Quello che fa è un linguaggio visivo di forma, colore e linea per creare una composizione che possa esistere con un grado di indipendenza dai riferimenti visivi nel mondo.
Tipico del suo lavoro è l'espressione emotiva con l'essere umano come l'elemento più importante, si tratta della continua ricerca di ciò che è dentro l'uomo e questo porta nell'immagine un modo sottile e rispettoso.
English
During her years of artistic career Fabiola Vizzini has potiented a singular organic relationship with the image and with the color which transpires in her works, while experimenting with opacity, combinations of textures, finishes. and light.
The deconstruction of her subject is reconstructed in a cacophony of colors that transforms the recognizable features into their basic elements to highlight the invisible splendor. Black plays a central role in her palette by using the shades forcefully. Fabiola moves away from the traditional dogma of creation based on representation and resemblance.
Capturing a more delicate essence of the chaotic nature of human experience is the main purpose for the Artist.
Her primary interest lies in the field of photography and her superimposition with the most modern techniques of digital graphic arts. Her art is based on digitally processed photographs that seem like paintings.
What she does is a visual language of form, color and line to create a composition that can exist with a degree of independence from visual references in the world.
Typical of her work is the emotional expression with the human being as the most important element, it is the continuous search for what is inside the man and this brings to the image a subtle and respectful way.
Maria Grazia Todaro ArtDirector and Critic of QueenArtStudio Padova- Marzo 2022
www.queenartstudio.it
“Requiem”
Photography on aluminum 70x50
Year 2003
The work is part of a photographic project entitled "Teatro delle Memorie" - The photo was taken inside the
Cathedral of Palermo and wants to represent a piece of my existence, immortalizing moments now passed but well engraved in the mind, with a precise nostalgic intent, which overwhelms me bringing me back to another present.
“Requiem”
Fotografia su alluminio 70x50 Anno 2003
L’opera è facente di un progetto fotografico dal titolo “Teatro delle Memorie”- La foto è stata scattata all’interno della Cattedrale di Palermo e vuole rappresentare un tassello della mia
esistenza, immortalando momenti oramai trascorsi ma ben incisi nella mente, con un preciso intento nostalgico, il quale mi travolge riportandomi in un altro presente.
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