L'ARTISTA
Silvana Maddalosso è nata e lavora a Padova . Da sempre ha amato porsi davanti ad una tela per esprimere se stessa attraverso i colori , come bisogno interiore di gioco e riscoperta soggettiva.Conseguita la laurea in Pedagogia , per molti anni si è dedicata alla famiglia e all'insegnamento . In seguito ha approfondito , sotto la guida di valenti ed affermati Maestri d'Arte , le diverse tecniche pittoriche , riscoprendo così la gioia di riprendere il colloquio con i " suoi colori " e la felicità di sentirsi , ancora una volta , trepidante di fronte al proprio nucleo di emozioni.E' presente nell'ambito della vita artistica dal 2000 , con l'allestimento di numerose mostre personali e la partecipazione per invito alle collettive d'arte contemporanea più significative . Nei concorsi nazionali e regionali ha ottenuto consensi di critica e di pubblico .I suoi dipinti sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche
RECENSIONE CRITICA
SILVANA MADDALOSSO: Pulsanti cromie Nella pittura di Silvana Maddalosso si coglie subito una genuina ed ingenua passione per l’espressione cromatica: ella sente il colore intimamente, come atmosfera delle sue emozioni esistenziali e come materia, linguaggio, traduzione sensitiva diretta di memorie, pensieri, aspirazioni, sogni. Il colore è l’elemento fondamentale del suo interrogarsi, ascoltarsi e del suo cercare ed è però anche fluire energetico, vita, maturare prepotente di impulsi che si trasferiscono ai segni; segni che diventano cifre molto personali, per nulla accademiche, direi piuttosto passionali e, proprio per questo, senza dubbio elementi essenziali di identificazione personale ed emozionale tra la realtà immaginata e l’immaginario reale, in un diario sentimentale che si rinnova e si raffina nell’esercizio, nelle scelte e varianti stilistiche, a volte anche contraddittorie, coraggiosamente a largo raggio e di ampio spettro sperimentale: dalla figura di intonazione impressionista a paesaggi di risentimento ora simbolico, ora espressionista, ora con movimentazioni surreali, o con acquietamenti e silenzi metafisici, oppure con irritazioni materiche informali, astrazioni gestuali, in quel nomadismo stilistico che è tipico della sensibilità e dell’audacia insieme dell’artista amatoriale, il quale si forma e cresce per adesioni impulsive e innamoramenti, tentativi e approfondimenti raramente sistematici e ben poco condizionati dalle sintassi scolastiche e dal rigoroso rispetto di canoni formali. Voglio dire che Silvana Maddalosso vive appieno, con grande entusiasmo e con esiti sempre più efficaci, la conquista, con la pittura, di una personale libertà espressiva, adeguando la forma alle urgenze intime, ai sentimenti che trascolorano da una quieta contemplazione paesistica all’irruenza emotiva, dal modularsi di incertezze, esitazioni, dubbi alla solarità di conquiste fatte e sofferte nell’espandersi ed acuirsi dell’esperienza visiva e manipolativa in stesure e modellazioni delle paste cromatiche, non di rado alte, corpose, dense di umori. A causa di un infortunio 2. che le impediva l’uso della mano destra, per un certo tempo ha cambiato mano, ha cercato un nuovo ductus, cambiato forma, lasciando la figura per tormentare lo spazio, renderlo mobile ed eloquente, non più semplicemente ‘luogo’, contenitore, ma contenuto, ben consapevole della diversa mobilitazione sensitiva, cerebrale e intellettiva che lo scambio comportava e, piuttosto, vivendo l’esperienza come arricchimento ed espansione dei campi e dei modi percettivi, davvero curiosa di svilupparne gli effetti, sia nel senso del rieducare la mano e l’occhio ma anche in quello di valutare fino a che punto poteva, avrebbe saputo armonizzare i condizionamenti del gesto. Così, piuttosto che parlare delle opere, che si presentano da sole in modo chiaro e netto, ora ricche di tensione, di materia, di visionarietà, di luoghi onirici, può essere importante – a fronte di tanta passione per il dipingere – scrivere e testimoniare del lavoro, dell’iter che necessita la produzione creativa, delle gioie, delle sofferenze, di come una pennellata, una stesura di colore non siano più un semplice gesto del corpo, ma si propongano come proiezioni della mente e del cuore, evento poetico e atto di amore e di speranza: mente e mani intessono segni, trame ed orditi, campiture in uno spazio nuovo, in un luogo che sorprendentemente esterna e continua i luoghi intimi, e in cui, misteriosamente, magicamente, aggallano pensieri, memorie, desideri, sogni, che diventano sostanza e forma della memoria, paesaggio, espressione, comunicazione, e, dunque, dialogo tra lo spazio intimo, psicologico, lo spazio ambiente e lo spazio cosmico, in un’ebbrezza che fa presagire altre e nuove dimensioni, altre e nuove energie, fermenti di colori e di idee, di pensieri, di sentimenti. Ecco, mi pare proprio che Silvana Maddalosso viva, nella sua rotonda adesione al fare pittorico, questa condizione di persistente meraviglia visiva, emotiva ed intellettuale di fronte al miracolo di 3. effimero e reale, di onirico e mentale, di sensuale e spirituale che si fanno luce, colore, materia di memoria pulsante e restitutiva di esperienze e desideri, ‘luoghi’, dunque, o dimore del senso e della percezione - come significato e consapevolezza esistenziale - nel progressivo estendersi, approfondirsi ed arricchirsi di un’emozione naturalistica (oggi così problematica, così minacciata e pervasa dall’artificio) che la pittura, il fare pittura, rinnova.
Giorgio Segato, 2006
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